Ti lascio poche righe al caffè,
viviamo dopo,
dopo le case sfitte e quei piccoli incidenti
che fino alle ventuno ci tengono a Milano.
Come spettasse a noi solamente far di conto
serrare e poi levare le chiuse sui canali,
tirare bene gli orli dei campi per la notte.
Ti lascio poche righe che tu sai decifrare
le mie poesie, del cibo di ieri
fogli sparsi. Rinuncia a far qualcosa di meglio
tipo i soldi
le pulizie o inventari strategici.
Parole, con dentro queste mani che ben conosci
e scusa, per tutte quelle volte che l’uomo non migliora.
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scuserà…
io scuserei tutto a un poeta!
(sicuramente, anche lei…)
parole e numeri, simmetricamente indivisibili, abbracci molli e rimorsi sorridenti, siam quella carne umida che non vorrebbe la perfezione di nessun “scribacchino”…
ti abbraccio forte…
m.
…in effetti in questi versi ci sono riferimenti che solo chi consce il contesto della situazione è in grado di decifrare…forse è un messaggio in codice?
oh Nunzia,messaggi in codice?
molto più semplicemente si tratta della constatazione di come le giornate di lavoro, sempre più lunghe e sempre più frenetiche; lascino poco spazio e poche energie ai rapporti sociali, e a quelli di coppia. L’unico particolare che personalizza il testo è la mia propensione a utilizzare i testi per esprimere ciò che forse dovrei fare in modo diretto e istintivo.
tutto qui
🙂
grazie
…forse sono io che tendo a complicare le cose!
Stai tranquillo, quando sia ama con il cuore i conti tornano sempre. Bellissima poesia.
Chi ama sa decifrare senza troppi sforzi fossero pure le cifre dell’universo.
Mi hai ricordato Mendelsshon (Il sogno di mezz’estate).Un giorno credo scriverò su questa commedia un post.
Bianca 2007
Sei sempre magnifico, Massimo, leggerti è più che leggere una poesia, è rendersi conto di come la Poesia possa rendere gradevoli anche le cose che nella quotidianità non lo sono, e rendere sublimi quelle che ci sembrano appena tollerabili. L’ultimo verso è una cascata d’acqua fresca in questo caldo torrido, sollievo per il corpo e lo spirito. Un bacio
Donne Farfalle
Battono le ali
Nell’aria ferma.
Soffio astruso
Caracolla.
Marmorei
Giacciono i colori.
E’ la loro polvere
A spettinare il cielo.
Scompaginano
Il libro dell’esistenza
Che il soffio divino
Arrotola.
E riprende fianchi e pendii
L’ultimo svolazzo.
E nessuna lacrima
Mai conosciuta.
A rinnovare l’ultimo
Addio la forma
dell’ eternità.
Ombra sfarfalla.
grazie per il tuo prezioso contributo Transit, un abbraccio
il codice ,il segno…unito al sogno:)
ti faccio conoscere un grande poeta oggi quasi ottantenne, più un altro artista che poeta non era coi versi ma con le immagini, e che comunque coi poeti era federa e cuscino… milano s’intravede molto bene in questo testo.. la milano che amavo quella dei navigli… ehh
grazie Andrea, se non ricordo male l’avevi editato anche in splinder
un abbraccio
la chiave è celata in quel “…viviamo dopo”.
Ci avvince, l’esistere, tanto che quasi non lascia spazio al viversi.
Mirabile, come sempre, il tuo alfabeto dei sentimenti.
tu ti rifai del tempo perso con la poesia
è un segno grande d’amore
non perde niente di te nessuno così
tvb amico mio
caffè e poesia. I pensieri arriveranno…
Baci
I conti del cuore anche se un po’ faticosi, alla fine tornano sempre
Grazie Massimo, sei un una delizia
Mistral