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Archive for settembre 2013

ODE ALL’INDICIBILE

Là nella feritoia tua scura
v’è il perduto, il saggio, e il moralista incompreso
Atene bella, l’Egitto e le sue lingue di gatto
Mozart, Lenin.
Nella tua feritoia c’è il sangue che ravvede
la carità e il mio sesso sgualcito
la mia insonnia, il secchio che dal pozzo riemerge
l’ape e il mostro
la rosa e la corteccia di gamba di betulla.
Là nella feritoia tua scura è sempre eclissi
il bacio della Dama a Luigi, orgasmo in moto
il fremito che scuote la terra e i tuoi calcagni;
la nuca e il primogenito allo sforzo del respiro.
Là nella feritoia tua scura è l’olio santo
il venditore di caramelle
un bel crinale, di erba Spagna e dolci salite
è il mio decoro, un farsi benedire dagli ultimi
un solstizio, una persiana occhio che guarda
un officiante
un chierichetto e un prete villano.
Il mondo intero.

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Qui, tra le cinghie e specchi più sparsi
un portaombrelli
i vecchi posacenere bianchi del Campari.
Alcuni con ancora il cappello gonfio in pioggia
ed altri che ripongono la fede in una ics.
Con quale tenerezza si sporge il ragazzino
in cerca di suo padre pericolo
guardando, nel fondo della stanza
che sa di mare marcio
di lontananza e navi in disarmo.
Poi, dal nulla
si leva come un coro di uccelli in mezzo al grano;
colui che ama esser salvato si abbottona
e lascia le monete a memoria.
Un altro gioco
l’aspetta fuori, lungo la strada
fianco a fianco
godere della luce che fa la gioventù.

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RITRATTO DELLA MADRE NON PIU’ GIOVANE

E ancora l’occasione di offerta si fa cera
la morbida figura di te
mano alla veste.
Quel volgere in un angolo stretto
più gentile
la testa nel propormi l’invito:
è tutto pronto
la mensa poverella ma dignitosa, il vino
ché sempre cerimonia v’è infine, in sua presenza.

E ancora scansi il piede dal tuo calzare
a sera, materia della terra più fresca sia l’incontro
e su
fino alla cintola sciolta giunga il coro
di tutti i minerali che, ricchi, qui la fanno
insieme al suscitato decorso delle acque
uscite dalle sponde in autunni pronunciati.
Ragazzi le cui foglie solenni sono oro
e redenzione agli occhi stancati a troppa luce.

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DUECENTO PASSI DALLA FERMATA

Qualcuno dovrà pur avvertirla quella donna.
E farlo con le buone maniere:
sono gli anni,
che ormai non lavorate più insieme, vero padre?
Chissà se starà ancora in campagna
là alla bassa,
duecento passi dalla fermata;
un campanile
il Bar Dei Combattenti che dorme chiavi in mano.
Qualcuno dovrà pure spiegarle il tempo strano
che ha messo la calcina su tutte le giunture
dell’acqua col sapone a confondere i colori.
Qualcuno con la vista da falco, perché lei
sarà sicuramente nascosta in qualche tana
tra il braccio di un marito pulsante, e figli tre.
Qualcuno che non tema parola, e dica
– Vede, l’ha amata di un amore purissimo
speciale. Di quelli che ti davi del Lei
tornando a casa.
Sul pullman blu. Seduta, lui in piedi.

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Ospite

sono ospite di un blog molto interessante

http://poetidombra.wordpress.com/category/interviste/

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TUTTO APERTO

E l’accelerazione dei camion in salita
sembrava fosse proprio vicino.
Tutto aperto
mattina presto, ancora un po’ scuro.
Nella stanza
il corpo di Marisa prendeva forma e bronzo
nell’attimo in cui l’ombra si stacca
e lascia il peso.
Lei si genufletteva e orinava un’altra volta
con noi che fingevamo dormire ancora un poco.
Talvolta una folata sbatteva le persiane
un episodio o due tutto il giorno,
il resto pietra
e luce che per l’iride tutto lacrimava
fino al sospetto avere del triste dentro il cuore.
Poi si levava il grammo pudore, tutto insieme
qualche secondo nuda di schiena
come nulla
e nessuno fosse lì a ispezionarla.
Solo un cenno
e avrebbe fatto uscire da terra pure i morti.

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FATTI DI CRONACA

Franco si spezzò il fegato e il collo
insieme ad altri
la sera che succhiò da quell’auto la benzina.
In quel momento guardavo un cartellone
“Prossimo sabato al cinema Capitol”
lontano, duecento e più chilometri
con me anche una ragazza.
In quel momento mamma chiudeva a due mandate
la casa del dottore pulita era lavoro.
In quel momento, in centro a Milano
un uomo guida.
Ha un pacco sul sedile da consegnare
strilla, poi chiede indicazioni
si accende una Marlboro.
In quel momento il fosso è svuotato
e mio cugino, va a caccia di pescetti e di gamberi;
mia zia
si fa bracciate di frumentone alle galline.
In quel momento tutte le stelle sono uova
si schiudono
e cominciano ad uscire, fanno “pio”.
Staranno là per tutta la notte
ma che importa?

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