Che lei, alla luce elettrica
è un pesce senza spine.
Fiorisce d’ingiustizia alla nuca
troppo bianca. Si sdraia pure l’ombra
con fare irrispettoso;
una svogliata mano di carte allatta il ventre
e l’inguine è un sogghigno rapace.
Tutto questo
per dire solamente che Cassiopea mi basta
e il dito nella piaga le provoca le idee
le facce della bella bambina
pane e burro.
E ancora tutto questo
per fare una chitarra, con l’orto dei capezzoli
e un salice.
Sciarade, un cruciverba senza caselle, odori forti
di giubilo e di pesche nel vino.
Questo è quanto.
BLACK OUT
febbraio 11, 2014 di massimobotturi
Amen!
🙂
..e così sia…
🙂
buon domani Massimo
complimenti sempre…
grazie Marta
buona serata
🙂
immagino quell’orto dei capezzoli, che sprigiona Musica….:-)
hai una fantasia elettrizzante, Massimo!
ciao Carla
🙂
si, la fantasia spesso non mi manca
bacioni
Un black out che confonde ..
-Liolucy
e ce n’è un gran bisogno, di questa confusione
grazie Lu
Anche all’ oscuro… I tuoi versi illuminano sempre
Grazie, Massimo
Abbracci
Mistral
un abbraccio a te Mistral
grazie
Ciao Massimo! Anche se la maggior parte delle volte non commento passo sempre di qui a leggere cosa scrivi di nuovo. Le ultime due poesie che hai pubblicato sono veramente belle; apprezzo la sensualità delicata del tuo stile. Hai un modo di accostare le parole davvero evocativo! Complimenti!
sei gentilissima Alice
grazie,
un abbraccio
🙂
Questo è quanto!
Questo è tanto!
tantissimo! Di più!
un abbraccio Cristina
Che caratterino! Hai detto tutto e nel modo migliore, come sempre.
grazie cara
🙂
Un black out dove tutto è visibile e chiaro, un black out per gli occhi ma no per il cuore… molto bella.
Ciao,
Maria
grazie Maria,
benvenuta
🙂
…questo è tutto, ma forse di più
🙂
tutto è possibile
🙂