A quanti credono Parigi sia per sempre
Venezia confettura di more
Londra un saggio.
A quanti meraviglia lo scatto dei vent’anni
il tendine furioso tra la caviglia e il mare;
io dico che il diamante è per poco.
Oltre la piana
c’è un debole castello di carta, il ratto muore.
Di sterco e dieci buoni propositi si nutre
la terra desolata degli ultimi.
Miei cari, un’auto a centottanta che corre via è la vita
inneggia alla potenza dei fiumi, gode e succhia
le erbacce come gli arcobaleni.
E’ maliziosa, su per i fianchi come i calzoni
affila i seni
fa diventare rossi i capezzoli alle amanti
armeggia e impreca
la bocca in asfissia per l’amore.
Poi è campagna
la smisurata pace dei campi disossati
la sedia di qualcuno si svuota
macchie
odori
lo strozzinaggio senza poesia fegato e cuore.
Il tocco delicato rimane, e poco altro
il limite preciso di un essere cambiato
un pugno di millennio negli occhi
forse gioia.
DIAMANTE
Maggio 30, 2016 di massimobotturi
Accipicchia, questa poesia è da brividi: percorre ed attraversa il senso della vita, e a te pare di averlo fatto insieme a lei come su un ottovolante!!
Vera Poesia!!
Forse un po’ oscura, come il tempo, ma va bene così. Un bacione, grazie
E se anche oscura fosse?
secondo il “1° principio di libertà della lettura della Poesia”, se uno, nei versi di un altro ritrova e riconosce come propri, pensieri ed emozioni, va “proprio” bene così. 🙂 Buona giornata!
😊 anche a te, grazie
Fuoco, poi brace e infine cenere.
Forse la differenza la fa il legno con cui scegliamo d’ardere.
Un abbraccio grande e grazie per questa “ricchezza” che regali! 🙂
Bellissima questa considerazione sul legno, 😊 grazie. Un abbraccio smisurato a te
Ci trovo dolcezza, delicata dolcezza nella chiusa…
Buona serata Poeta 🌸🌺🌸
Buongiorno Marta cara, grazie di cuore
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