A volte agitazione è miseria, e cento lire
lasciate sul bancone del bar
mattina presto; col fumo delle prime corriere
o i neon del tram. Sul seno prosperoso che ti si piazza là
ti chiede qualche cosa da bere
o via, menare, non stare con le mani alle tasche.
A volte parto
raggiungo una sorella in America e m’illudo
d’averla come l’asso di cuori, anche un’amante
che dica piccolino mi prendi un po’ da dio.
Ma poi finisce sempre che bibite e caffè
si mischino agli odori della portineria
al muso in terra a un cane randagio, una cartaccia
al cellophane dei fiori che han fatto così sia.
C’ha su un cappello ridicolo, lo so
ma sotto è una giunchiglia di donna
e quella là
per me è la meraviglia del mondo.
Mica qui, veloci da spavento le macchine, le idee
che in fondo serva vincere al Lotto
e andare via.
AL CAPOLINEA
settembre 16, 2016 di massimobotturi
La mia dose di buonumore giornaliero. Grazie poeta!
Grazie a te carissima
“… ma sotto è una giunchiglia di donna”
🙂
C’è sempre un tocco di meraviglia anche nelle situazioni apparentemente più squallide. Un abbraccio Lucia 😊
a te, poeta!
chellofane dei fiori che han fatto così sia……in quel contesto un realismo metapoetico
Buongiorno Giuseppe, grazie sempre
pelliccole di ricordi e amore che inventi
dentro le corriere ci sono i sogni
sempre
e qualcuno che dorme e scrive poesie anche
si, un microcosmo di solitudini e creatività