Non chiede sforzi la poesia dell’amarti.
E del lasciarti
quando la smorfia è spina di alloro
ortica e sterpo.
Non chiede sforzi usare il tuo nome
dirti bella, nella tua verità più rabbiosa
e il disincanto
che viene quando muore di sera la ragazza
e nasce un dio notturno spiumato.
Nulla chiede
dell’eleganza fine ai poeti, non il vanto
la rima o la preghiera dei monaci.
Ma il pianto
l’essenza di quel mare d’averti avuta accanto
il privilegio e il gusto di darti queste mani
e lingua come unguento ai tuoi giorni.
Nulla chiede
di certe seduzioni passate, acrobazie
o genitali in cerca d’amore.
Solo il fiato, per far le scale a poca insalata
del buon vino; che più ci faccia ridere
di quello che ora siamo
di quanto abbiamo fatto di buono, oppure meno.
Qualcuno giurerà fosse un’ombra
un uccellaccio
qualcosa ch’era un attimo fa
volato via.
note mesti….ma tutto dà e tutto dai
Un abbraccio Giuseppe
Struggente, riporta a riva certi ricordi.
Bassa marea, ma poi torna l’onda 😊 un bacione Chiara
Esserci diventa riconoscersi, un po’ come quando la musica sembra un rumoreggiare ed è invece l’accordare degli strumenti che precede l’opera.
Stretto abbraccio!
Si, immagine bellissima 😊 un abbraccio grande a te mia cara, Grazie
Bellissima
Grazie Bianca 😊
il sottofondo musicale di ieri che scorre nel presente
e la vita che indossa la poesia..
-Lu
Un bacione Lu, grazie
Questa mi incanta… intensa eppure delicata
Grazie Ale, un abbraccio
la tua poesia è unguento d’amore per lei
❤ ❤
lo spero tanto Cris,davvero