Se guardi in alto vien meglio la poesia:
c’è il missile milioni e milioni di altre strade
l’arancia della luna tra i rami
il freddo becco;
i monaci alle case di pietra, le campane
le quattro migrazioni che fanno quegli storni
nel caricare il cielo di fumo.
Nonostante, m’è dato l’apogeo del lombrico
il fiore emerso, e quello che verrà poi reciso;
il sasso aguzzo, tra il piede nudo e l’inguine rosso.
E dopo, ancora
m’è dato il suono fragile e fondo del metallo
l’orecchio ben poggiato al dolore delle piante.
M’è data questa testa che ha il sonno delle mele
si sveglia quando passano i treni, e si riaddorme
se mi carezzi un po’ maliziosa.
Qui, sul petto
da dove cavo versi come il marmista un dio
colori tenui ed altri più accesi, tulipani
che vivono con me la vita breve
bella.
I TULIPANI
gennaio 12, 2017 di massimobotturi
è un’immersione in apnea nel mondo di una vita, la nostra, delicata e capace di essere in sincronia con tutto ciò che ci circonda.
Le tue espressioni sono insuperabili, belle, vibranti di tenerezza ciao
Grazie Giuseppe, Un abbraccio
Accendi i prati tu, lo sai?
Un abbraccio stretto!
😊 ma non è un reato. Un abbraccio grande a te carissima
È un dono! :*
I tuoi versi sono ricercati ma nello stesso tempo fruibili, scorrevoli, e sempre di forte impatto. Bellissima poesia.
Grazie Alessandra, ho apprezzato molto 😊
Mi hai reso bene l’idea!grazie
Grazie a te, un caro saluto
Ricambio
onirica..
Si, anche un po’ visionaria
testa di mele e amore 🙂
“I tulipani sono troppo rossi, in primo luogo: mi feriscono”, Sylvia Plath
Oh oh
Mi è venuta in mente la Sylvia, poetessa che adoro… 🙂
Condivido 😊