Se perdo i tuoi bisbigli, che me ne faccio, dimmi
di queste orecchie buone alla pesa?
di quest’occhi, lavato via quell’arco
che fa l’uccello lira
a fine inverno quando è più chiaro
e insiste, gonfio, tra i fiordi delle mele
e dei mandarini in fiore?
Poggiato su me stesso l’umanità è un’inezia
l’amore una teoria per filosofi, un concetto
buono viepiù per fare baldoria in qualche ostello.
Poggiato su me stesso ho tradotto in oro il ferro
mentendo sulle mie qualità, sulla magia
che un lapis ben indotto può scaturire.
Giusta, è solo la parola ben masticata in bocca
tradotta intorno a un fuoco di un contadino
o un prete, che ha macellato Dio sopra i libri.
Da un recluso, che vede la sua luna compagna
un giorno al mese.
Parole giuste sono a venire. E’ ora, adesso
di comprensione e umili canti
di poggiare, la schiena alle pareti di casa
e udirci i morti, i getti di calcina e le pietre levigate.
Gli odori di chi ha perso la gioventù e le mani
tirando su palate di malta e poi mattoni.
E’ tempo di piegarsi sul fieno ed adorare
la terra generosa ed eccentrica, e sedere
tra l’albero maestoso di vita, farsi foglia
LE ONDE »
PAROLE GIUSTE SONO A VENIRE
febbraio 4, 2018 di massimobotturi
che macellazione d’eccellenza
Un abbraccio Giuseppe, grazie
Ultimamente ti leggo e mi commuovo ❤
ti stringo forte
Ci sto dentro tutta, mille grazie
A te, carissima. Un abbraccio
Bellissima. Parole che toccano con l’immediatezza di un gesto che non è più carezza e non è ancora schiaffo.
Delizioso commento Bianca, grazie ☺
ciao foglia ❤