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Archive for giugno 2018

POTESSI DIVENTARE DELL’ACQUA

Sento crescere l’erba, la rumina del fango
il predicato folto e intricato delle foglie;
la sindrome da diva della magnolia in fiore.
E sento le tue bisce scappate per il corpo
al semplice saluto d’amore. Sento il ventre
contrarsi come a spingere un figlio
sento il sogno
invaderti la stanza come un mattino piovo.
Parole un po’ inventate dirigersi sui muri
sostare come cento farfalle negramare.
E sento chirurgie farsi avanti, tagli netti
capitoli strappati dove non c’è più niente
tra i due faccia di bronzo che scopano felici.
E sento il purgatorio di tutti gli indecisi
le loro litanie contro il nero e lo straniero
la voglia che hanno ancora di credersi cristiani
ma con la spada in mano e la croce legno fuoco.
E sento che mi lascia pian piano questa vita
un giorno dopo l’altro senza più soste brevi
soltanto affanno e scatole rotte. Mi dissolvo
potessi diventare dell’acqua, viva Dio.

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Mirarsi il viso infante in un pozzo
e dietro Luna; un ghirigori fatto di rondini e altri insetti.
Le abbiamo conosciute davvero queste cose?
Adesso ciabattiamo veloci alle stazioni
contenti del minuto preciso alle portiere.
– Gli annunci fanno acqua alle orecchie, inascoltati –
E gli occhi della gente si scontrano, vetrosi
attenti a non confondere i visi col perdono.
Adesso controlliamo la cinta e il sovrappeso
con lunghe cavalcate su nastri di bitume.
Un tempo c’avevamo i leoni nella gambe, ricordate?
i campi di patate sembravano infiniti
l’eco lontano dei carri il “Novecento”.
Un tempo c’era un tempo tagliato per l’amore
conoscersi e poi uscire a ballare, oppure al Cine
due lettere con dentro disegni e margherite
un bacio solamente mandato a dire a voce.

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