Di me, salito sopra quell’albero, hai ricordi?
Sembravo un’altra mela matura mi dicevi
un merlo che s’aggiusta le piume per partire
sulla millimetrata di vita.
Non sapevi
che in me paura tutto coglieva, e saldo al ramo
con lui abbracciavo i giorni a venire.
Come un sasso, brunito e levigato
che non conosce balzi, il corpo rotolato dal vento.
Si, felice, è stato il carezzare dell’uomo
e poi la donna, con la sua vulva d’anima e pelo.
Come un arco
ho teso le mie gambe a pianure me vicine
lasciando il cielo agli avventurosi
altri pionieri, con ali grandi d’angelo, bianche.
Alla mia schiena, puoi leggere radice d’ortensia
i suoi rilievi
il segno delle dita del sole, strade, campi.
RADICE D’ORTENSIA
settembre 29, 2019 di massimobotturi
La tua poesia è un vissuto di appena poco prima. Intimità e verità che si inseguono, scoperte…
Particolarmente bella e delicata
Ti ringrazio tanto, Un caro saluto
terra e corpi di orizzonti
che disegnano stagioni..
-Lu
Orizzonti sempre più vicini. Un bacio Lu
Sai raccontare vita e sensualità con una raffinatezza e delicatezza che mi sorprende sempre deliziosamente.
Grazie Fulvia ☺ un abbraccio
Che passione raffinata! Complimenti…È così bello vederla in un uomo.
Un abbraccio Biagina ☺ grazie