Memoria brucia via come il treno
la casa degli aranci, il rapido del fosso.
Memoria è questa musica gatta, il niente foglie
che adesso viene il cielo giù intero
e il sole a grani.
Perché dicembre è Nazareth, si, ma in ogni luogo
dove le donne nascono e imparano, piegate
come gli ulivi al sale di mare e alla tempesta.
Dove le donne: pane e cicoria, e neon del turno
e notti da guarirci le stimmate del giorno.
In questa navigata incertezza che è la vita
c’è un foro nella gomma davanti, l’olio freddo
sulla catena antartica della sua bici dura.
Ancora va in paese con le sue stampe in fronte
la ragazzina bella del Cine, e poi l’anziana
pedale su pedale l’armonica faccenda
che i figli c’hanno fame, e presto viene buio.
Dedicata a Eleonora, mia suocera,
scomparsa l’11 dicembre 2019
Condoglianze.
Grazie Claudio, un caro saluto
scrivi sempre con sentimento vivo e trasparente ma questa è pulsazione di cuore in palmo. Meravigliosa.
Sentite condoglianze.
Grazie Daniela, un bacio
Nelle tue parole un calesse che accompagna una ciclista della vita nell’ultima corsa
Bellissima immagine Giuseppe, grazie, un abbraccio
❤
Amica cara e preziosa ❤
❤
Grazie Luigi ❤
Tutto il mio affetto.
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Grazie Fulvia ❤
❤️
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