Ci sono stato in America una volta
ricordo avevo gli occhi incapaci a misurare
e il cielo stava sempre lontano, più di qui
che ho il campo come meta e stupore.
Come dire, che il fondo dell’oceano
è una cosa innaturale?
Il blu teneva in sé quattro solchi, troppo sale
e code di balena a zittirlo in ogni dove.
Io sono abituato ai balconi d’ordinanza
dove vai a prendere il sole il tre di maggio
con le tue gambe bianche di latte e non t’accorgi
del desiderio osceno che sale alle mie braghe.
Dei piccoli sentieri che amo al mio paese
dove c’è ancora silenzio a una cert’ora
e stesa sulle foglie mi sembri una poiana
che passa dentro l’aria come una pioggia estiva.
L’ho vista ed assaggiata l’America, era un Cine
un Luna Park di dolci e filato, come un vino
che preso troppo presto non umida la gola
un miele che sprecato non gravida la terra.
Io sono abituato al negozio dietro casa
a quattro e più palanche che servono per cena
al pelo della fica che ti intravedo a volte
nero di fumo come l’America, vivace
come il tuo sole di notte che hai alla schiena.
IL SOLE DI NOTTE
giugno 14, 2020 di massimobotturi
come sei bravo!!!
Oh, Nadia, detto da te…🥰
Beh io non sono nessuno.. Ma credo che sia condiviso da molti questo mio pensiero… Buona domenica massimo
Buona domenica anche a te, mia stimatissima Nadia ☺
Oggi ho letto un’antologia di poesia contemporanea britannica. Stasera ho letto questa tua poesia. Non c’è storia, sei molto più bravo tu!
Valeria, ti abbraccio ❤ grazie davvero
ricca, densa e tumultuosa
come il desiderio,
come l’America..
-Lu
Tumultuosa, che bello ❤
Come l’America…infinita, contraddittoria, vitale, altalenante…