Se la poesia può comprendere il momento
di certo capirà la bellezza del mattino
la luce partorita sul prato, e l’uomo in piedi
che tenta spiegazione di Dio.
Vedessi, amore, come sparisce più lenta
anche la luna. Eppure, è in un altrove vicino
parallelo.
Un po’ come noialtri quando distanti andiamo
a far ciascuno compiti e storia. Ecco
credo, che noi non si svanisca del tutto.
Anche domani, se io o te lasciassimo il mondo
è in quell’ altrove
che l’immaginazione dovrebbe seguitare;
magari sarà un volo di tortore al ciliegio
il profumo dell’infanzia che emana il gelsomino.
O la rotta del silenzio che cerca un faro amico
trovandolo negli occhi, tra lacrime e stupore.
Archive for luglio 2020
L’UOMO IN PIEDI
Posted in poesia on luglio 26, 2020| 6 Comments »
Gioielli Rubati 101: Nadia Alberici – Alexandra Bastari – Catia Dinoni – Massimo Botturi – Mauro Contini – Luca Parenti (Yok) – Rita Frasca Odorizzi – Giovanni Sepe. — Il Canto delle Muse
Posted in poesia on luglio 19, 2020| 1 Comment »
TROVATE QUESTA RUBRICA ANCHE QUI https://almerighi.wordpress.com/ * Ora che sono tornata solitudine È qui che scrivo Agguantando pensieri che scendono dal soffitto Ora che l’anima mia (o meglio l’insieme fisico del sentire) si ricompone nel suo sapere ora che i rumori si accorgeranno che la luce è spenta e che tutti sono andati via e […]
IL CICLISTA
Posted in poesia on luglio 17, 2020| 9 Comments »
Forse di stesso paese, vai a saperlo.
Il fascino dell’uomo che suda, gambe dure
lo sguardo sulla gomma davanti
e poi lo scatto, con quelle mani d’aquila, grandi.
Lui, il ciclista, campione quasi mai
ma che tanto gli piaceva; come si amano a volte le bandiere
e quello che hanno scritto in colori.
Da vicino, io l’ho veduto almeno una volta
io, il più in alto, sopra le spalle larghe del padre mio a una festa.
Per caso transitava da lì quell’anno strano
due vie messe giù a caso tra prati di trifoglio;
in direzione Alfa Romeo, la grande scritta
per poi finire dritti in città nella volata.
Te lo ricordi pà? Non vinse allora
vinceva quasi mai a dire il vero, era dei nostri.
FANTASMI
Posted in poesia on luglio 12, 2020| 16 Comments »
Ci sono sere modeste, un poco fiacche.
Un film messo su a caso per fottere la noia.
Ancora più distante di noi è quel temporale
che accende i suoi cerini alla fine del paese.
Non sa anche lui se piovere o altro, e intanto aspetta
vuole vedere come finisce, insieme a noi;
che intanto abbiamo perso le scene più importanti
fumando come tazze di latte sul divano.
In queste sere cala il sipario: tu hai dolore
ma fingi sia soltanto stanchezza. Io rimbalzo
come una mosca al vetro che crede sia un giardino
e alberi da frutto fioriti tutto l’anno.
Quando poi decidiamo di spegnere, lui arriva:
il gusto un po’ d’aceto della malinconia.
Nel buio rammendiamo distanze con le mani
fin quando il caldo non ci separa, e tutto tace
tranne la gioventù che ci tira per i piedi
come un fantasma bianco di notte.
E lì è paura.
SEGUIRE UNA SCIA D’ACQUA BATTUTA IN MILLE REMI
Posted in poesia on luglio 10, 2020| 3 Comments »
Ribaldo si rivela l’impudico ragazzo
su te, che come un campo bagnato hai lustro e sole.
Poiché quando v’affondo le mani
è nella terra, che torno per nutrire il tuo fiore.
E come incanto
l’intimità d’estati passate ho nella bocca
semi d’anguria come dolcezze i seni
premuti in privilegio d’amore. Lo ricordi?
Seguire una scia d’acqua battuta in mille remi
così tal’era l’estasi nell’ora del silenzio:
lenzuola d’aquiloni abbattuti, i rami incolti
che come gli affamati graffiavano sul muro
la carità anche solo di sguardi. E dopo il vento
passato sulla ghiaia come arrivasse alcuno
il panettiere, oppure il postino.
O solo il cane, in cerca d’ombra e pozze da bere.
Si, morire, vorrei con questa pagina addosso
e te me accanto.
ISOLE
Posted in poesia on luglio 5, 2020| 2 Comments »
Per via di rifrazione di luce adesso incendi.
La porta è come un cesto di braci
dietro, il sole, paventa come la sanguinella.
A bocca piena, tu sembri farne un solo boccone
e qui, il ritratto
diventa l’ossessione del giovane tuo uomo
la fitta sassaiola di baci prima ancora
di dichiararti quanto ti voglia.
Bei colori, li abbiamo sì veduti e calati come gli assi
nel gioco pigliatutto dell’estasi ruffiana.
Placche di nudo come le isole più verdi
nel mezzo dell’oceano monotono e frugale.