Ci vuole il tempo giusto,
il palato un po’ allenato. Sensibilità alle dita
e l’olfatto sopraffino. Bisogna amare l’uva
e lasciarla maturare, tentarla appena un poco sui fianchi
e dirle brava, sei diventata adulta con spirito bambino
adesso fammi un poco l’amore, fino al giorno
all’usignolo e al canto del gallo.
Poi soffrire, sentire la mancanza di qualche amore andato;
lasciare che le lacrime scorrano, un po’ idiote
oppure fare lunghe risate come i matti.
Bisogna dichiararle incondizionato amore
di quelli che fin morte separi, e poi provare
dapprima un sorso lento e minuto, da allagare
i piccoli pertugi del gusto e del piacere.
Scoprire poi che il fuoco non brucia, allappa
scoppia, come i tizzoni dopo le streghe.
E infine andare, nel lago di lussuria del rosso
nuda gola, in nuda contrazione di sé.
Poi riposare, dormire il necessario per dare del giudizio
la giusta e più sincera tua prova. E dire, ovvia!
Cos’è questa cazzata mai scritta? E ritappare.
« RITUALE
LA POESIA E’ COME IL VINO
agosto 17, 2020 di massimobotturi
Indiscutibilmente d alto grado
Senza dare alla testa 😉
proprio bravo!
Grazie Nadia, ti abbraccio 😊
Grazie ricambio
[…] di Massimo Botturi, qui: https://massimobotturi.wordpress.com/2020/08/17/la-poesia-e-come-il-vino […]
[…] prova. E dire, ovvia! Cos’è questa cazzata mai scritta? E ritappare. di Massimo Botturi, qui: https://massimobotturi.wordpress.com/2020/08/17/la-poesia-e-come-il-vino […]