Non mi serbate le prediche al domani
poesie dal peso eccessivo, complicate.
Io nel soprabito beige della mia bella
ho spesso ritrovato le cantilene buone
parole con il gusto di latte e di amarena.
Dal tabaccaio dell’angolo, col padre, ho celebrato
messe su messe cantate in forma breve;
lui spezzettava gli ultimi tiri come un boia
penuria d’aria nelle osterie, ed io piangevo
le lacrime degli occhi prestati alla malaria.
Non educatemi al pizzo ed ai merletti
ai viali dei roseti dove si entra a ore;
nei fiori delle mie cavedagne ho messo il naso
e il sesso ancora prima che lei venisse nuda.
Trifoglio ed erba Spagna fanno il dialetto duro
ma lei poi mi capisce e s’aggiusta in mezzo ai seni
quel foglio di mia ultima grazia, poche righe
per dirmi suo poeta, come la bocca al pane.