A colpo d’occhio saranno quattrocento
i passi che dal treno ci portano qui a casa.
C’è un viale di cipressi coi nomi dei soldati
canali con la bocca stancata d’aver sete
e sempre qualche vecchio seduto alla panchina
con un giornale e un chilo di spiccioli in ricordi.
Sorride coi suoi occhi allagati e indica il prato;
ha viso qualche uccello piumaggio silenzioso
e a noi vorrebbe dire che tutto è meraviglia.
Sia pure sotto il braccio le carte sono chiare:
una strana malattia sporca il quadro di ambedue
che come fosse un lupo cattivo, nascondiamo
il viso tra il lenzuolo e le braccia in letto a sera.
L’amore cura bene altrettanto che il dottore.
L’abbiamo salutato con cortesia sincera
lui ha tolto il suo cappello, perché sei una signora.