Il corpo mi fa musica
si muove in direzione dell’erba;
a volte abbaia.
Non ne ho tenuto conto granché
lo ammetto, ieri.
Pensavo mi salisse sui monti come niente
fino all’età dell’arca e ben oltre.
Si, ero ingenuo
vivevo tra le cosce di una ragazza mora
il pelo un po’ invadente, la terra tra le unghie.
Vivevo come un albero in luce lungo il fiume
un gatto di cortile tra tegole e fogliame.
Avevo il corpo elettrico di tutte le centrali
e lei si fulminava la bocca nel toccarlo.
Avevo il corpo fatto di latte, una gran tetta
ed ora che accarezzo l’età del bronzo e il ferro
ti chiedo di seguirne la danza ai primi passi
prima che cada col mondo, in un gran tonfo.