La mosca che s’attarda sull’orlo del bicchiere
non sa che anch’io di passo cedevole ora affondo.
Non sa che mentre salgo le scale vengo meno
il fiato brucia zigomi e gola, l’osso cede.
La voce non s’allaccia a parola. Oh, mia cara!
Son poche gocce in sangue dal naso a darmi acuto
il rosso del rubino nel fazzoletto liso;
colore della mia gioventù che ora presenta
gli avanzi buoni d’una minestra, un pane duro.
Così, trovato il lembo di casa, ecco la luce
la cucitrice insonne nel vetro angelicata
le linee ammorbidite degli alberi là fuori.
La mia dolcezza d’essere niente
e non importa.
Una meraviglia!
Grazie Nadia 🙂
Eh ma tu incanti!
❤
tristissima, ma serena: la parola della poesia ci permette di staccarci dal nostro misero io: che grandezza guardarsi dal di fuori con una malinconia che è soltanto saggezza.
testo stupendo, il tuo.
Ti ringrazio tanto
Che bellezza. Che intimità. Incanto e meraviglia.
Grazie cara, buona giornata 🙂
A te
Confessi un momento di debolezza…e insieme incanti, e accendi 🌷
Ne ho tanti in effetti, ma…non importa 🙂 grazie
la malinconia che s’attarda su un riflesso,
e basta un niente per essere..
-Lu
Essere, comunque, un po’ luce e un po’ ombra. Grazie Lu, baci…
[…] massimobotturi, NON IMPORTA maggio 12, […]
Il tempo passa…ma siamo noi.
❤
❤