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Archive for agosto 2021

CONTROVENTO

Con la naturalezza di un coro a bocca chiusa

hai sollevato un poco la maglia

e breve luce, si è fatta all’ombelico

sul prato dei maturi.

Lo si è intravisto appena il profilo dei tuoi seni

un’intuizione come capriccio, un tremolio

di foglie quando il sole carezzano

e un istante, lo negano, nel dopo che è eterno.

Il capo grigio,

or pare l’evidenza di mattinate al lago

il premio di natura concesso

sciolti gli anni.

E un poco anche il pudore di stare controvento

per disegnare in aria una nobile alberata,

la chioma che si libra dal tronco

femminile.

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CANTO ONIRICO

Faccio di te chitarra viva

la culla della mia nostalgia;

faccio te rosa

un canto d’acqua più impertinente

la mia prora, per i cristalli duri d’oceano.

Faccio te un prato

con spada di geranio e d’ortica

te, mia avena.

Faccio di te l’amore dei popoli

il coraggio, la vergine delle processioni.

Faccio il segno, benedizione d’orti

e di treni, d’oleandro

quando la furia del ferro lo sconquassa

portandosi nell’aria ingranaggi

e bei velluti;

la prima classe delle signore

e il legno sporco, dei tanti lavoranti

che sognano un migliore.

Un mondo di delizia e bambini

il sonno caldo, dei vasi di limoni

sul lungomare acceso.

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PARTENZE INTELLIGENTI

Non faccio che rincorrere il ricordo del bambino

del piede nudo al fango dopo piovuto forte.

Non faccio che ripetermi che quello, si, ero io

uno scavezzacollo con gambe di stracchino.

Son tanti i continenti del cuore dentro un uomo:

dovremmo poter dire di averli visti tutti

d’aver provato gusto d’arancia a qualche amore

il grano nelle orecchie dopo la trebbiatura.

O aver toccato il culo più blu del più bel mare

veduto i tetti rossi su da una mongolfiera

provando il desiderio di andare sulla luna.

Che, poi, si muore uguale, bagaglio nella mano.

C’è chi lo disfa mille e più volte

e chi si ostina, a fare un poco d’ordine

nelle sue quattro cose.

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SENTIMENTALE

Il corpo mio è una sera d’estate

si prolunga;

contiene la visione di luci sopra il lago

mia madre che divide una mela in parti uguali

mio padre in canottiera che caccia via una mosca.

Questo bel gesto di farlo ora pulito

il piatto con un tozzo di pane, io l’ho appreso

dai miei nella mia infanzia su una tovaglia a fiori;

è l’arte di non fare mai spreco, quel valore

che solo chi ha sudato le cose può capire.

Così, nel trattenere i tuoi baci, io ritrovo

la generosità dell’amore, e quel rispetto

per la tua bella bocca che ora mi doni intera.

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RITUALE

Privarmi d’ascoltare gli uccelli del mattino?

Meglio già dirsi morti

nessun tremore al cuore.

Il mondo dei gasometri dipinge il cielo in giallo

c’è uno che tossisce l’inferno qui vicino;

passa tra i vetri il suo male, come un sasso.

Adesso c’è il rituale d’amore

pianta a pianta

i coppi sono come un altare, i fiori accanto

venuti dai balconi della periferia.

Adesso sono come gli aerei da bambino:

disteso tra il granturco, il loro passo lento.

Ci dicono di come la Terra stia a sé stessa

così come le onde del mare

e noi un bel niente,

dei petali biancastri ed acerbi

già nel vento.

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IL TITOLO NON C’E’

C’è la visione di un vaso e di una gatta

un miglio di cortile in cemento

e vigne appese.

Adesso sono io l’uomo con la barba bianca

e gli occhi un po’ indecisi

tra il lucido e il sommerso.

Ho fatto gli anni giusti di scuola

e camminato, per altri al Camposanto

da primavera a inverno.

Ed ora sono qui ad assaggiare l’uva bianca

a dare l’acqua come piovesse, e fare smorfie

se qualche movimento di troppo brucia gli ossi.

Si sente ancora odore di fabbrica e gasolio

ma meno, come meno la nebbia ed il carbone.

Fuori al negozio uno d’Africa, e una bici

poggiata alla maniera che non potrà cadere.

Sa bene l’italiano, suo figlio sta su al Nord

io biascico il dialetto, la sera, tra di noi.

E’ quello di mio padre, domani si vedrà.

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In genere, a quest’ora, mi butto giù col vento.

Trovo il coraggio di certe pietre dure

che stanno sotto l’acqua da quando sono nate.

Non prima d’aver bene compreso il caseggiato:

ad ogni fila un uomo coi muscoli

un ragazzo, bambini che hanno appena mangiato

donne sole.

In genere, a quest’ora, son bianche le francesi

hanno costumi sempre alla moda, piccoline

di seno e giro vita, ma è solo un puro caso.

Poi arrivano gli uccelli a beccare qualche avanzo:

si posano vicini che quasi puoi toccarli.

Hanno la confidenza di certe ragazzine

che un tempo mi guardavano in bocca

e un po’ sorrido.

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