Se non mi vedi più al limite dei boschi:
seduto a un fuoco acceso
la nudità felice;
è perché il giorno del fiele ho conosciuto
il suo scalpello triste qui sulla coscia dura.
Non è peccato il veleno dei poeti
peccato è berlo e farselo amico,
è questo tedio, rimpianto forse
pio desiderio. E’ l’appassire
di questa viola sotto la neve.
Ma resisto.
Capisco il tuo profilo di donna
e mi rallegro,
la notte adoro il fiato che suona sopra i muri
la tua gloriosa bocca che cerca l’aria pura.
Così si trae coraggio, e forse anche la fede
c’è vita in ogni cosa terrena
ed io lo sono.