Le mie domeniche, rumore di saggina
l’ostinazione del vento sulle rose
sulle mie vertebre di ragazzino ai giochi;
magrezza che, a guardarla, l’avresti detta giunco
stelo di fosso, barbaglio di risaia.
Più tardi sarei andato con lui nella campagna
là dove cento aironi s’offrivano al sentiero
e dove pozze d’acqua vantavano purezza
ai piedi delle donne venute per cicorie.
Più tardi sarei stato un ricordo da scioccare
un uomo che ti cerca nel corpo martoriato;
cent’anni dopo almeno il tuo amore dilettante
e dopo, quello ancora da vivere, segreto
spuntato come un fiore sul labbro per stanchezza.
Adesso giaccio qui insieme a te, nella creazione
nel mantice di Dio, nelle rose prese a vento.
quanta bellezza hai raccolto in poche righe, per amore, natura e vita.
Grazie per indorare ogni domenica con la tua poesia. Buona giornata Massimo
Grazie a re Daniela cara, hai sempre parole preziose e io ne sono felice ❤
Molto belli i tuoi versi, profondi e limpidi
Ti ringrazio tanto, un caro saluto 👋
delle parole ne hai fatto sculture.
incanti poetici in cui perdersi..
-Lu
Grazie Lu ❤ un bacio 😘
Di grande sensibilità
Grazie Antonella, un caro saluto 👋 🙂
Natura e vita, passato e presente…giovinezza e maturità, gioia e dolore….tante emozioni in una poesia meravigliosa ❤
Grazie Fulvia ❤