Sei come quelle foglie che chiudono
prudenti, al tocco e più allo sguardo
Calpurnia delle siepi. Fatica
è questo incontro di corpi aggiudicati:
il ferro s’è corroso là dove ci piegammo
il limite intuito ha spostato un poco i baci.
Per acque generose giocammo gli anni interi
puntando verso rocce più bianche di Alicante.
Adesso che scoperte le stelle, le leggiamo
a palmo aperto insisto, e tu insieme
l’aria è buona, l’abbiamo profumata
dandoci in pegno interi.
Se apro io per primo le palpebre il mattino
tu come un grande banco di pesci
segui il giorno,
nutrendo questo starci un po’ in ombra
nei pensieri, nel torto che il Dio Crono
ci mette sulle spalle.
Ma è quando l’adunata di lucciole si smorza
che ritroviamo luce spontanea
ed avanziamo.
ahhhh meraviglia!!!!
Grazie 🤗
davvero sei veramente bravissimo!
❤
il placido di gocce indivisibili che si ritrovano facilmente pur inglobate in acque che talvolta le disperde. Sempre una gioia leggerti. Buona domenica Massimo ❤
Un abbraccio grande Daniela ❤ grazie
Da gustare parola dopo parola, mi è piaciuta molto.
Grazie 🤗
Solo l’ombra ci spinge, attraverso il viaggio di ricerca, nella memoria profonda per arrivare alla luce che, ahimè, sempre sfugge perché il fare poesia non può mai eguagliare la pienezza dell’esistere”l’essere è più che del dire, dice G. Giudice. Ma conta la resistenza, ecco perché “avanziamo”. Grazie, amico Poeta
Grazie a te Maria 🤗