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Archive for febbraio 2023

GERMOGLIO

Ha dominato sovente il mio giardino

quella natura morta dei cigni sopra il lago.

Quell’eleganza del lasciar fare, l’erba

e quanto poi spericola la foglia

quando arriva, il vento più tagliente

che rotola da nord.

La nudità degli alberi per me

sa di preghiera, un canto

che si eleva dal fondo di una chiesa;

perché nella sua scarna presenza,

tutta scena, lei ruba a limpidezza di cieli

e alla possanza, dei monti sullo sfondo

giocattoli di Dio.

Sovente ho misurato il mio essere loquace

nel pianto del ciliegio, nell’orda della siepe.

Poiché come germoglio, io

spesso mi sentivo, qualcosa che premeva

per dare un frutto, voce: parola

la più dolce, che somigliasse a amore.

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UN’ALTRA VITA

Per favore, un’altra vita

intesa come tempo, febbraio

e tutto il resto.

Non toccherò più i papaveri,

lo giuro, e aprirò gli occhi

immergendomi a quei doni

che sono l’acqua ricca, ed i gamberi

anche i sassi.

Adesso lo saprei come fare:

stretta a me,

ti porgerei la mela più acerba dell’amore

e imparerei a guardare la notte

il dorso ai pesci. La luce sugli oceani

quando c’è solo luna.

Un’altra vita, ancora del tempo,

perché – grazie –

io non l’ho detto quanto bastava

e mezzo mondo, ho qui

e voglio scriverlo tutto.

Un’altra vita

per dire poi a mio padre

che è stato un grande uomo;

e a tutto questo amore futuro

  • Prendi lei,

e scostale la pietra dal cuore.

Volerà.

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ADESSO

Te ne stai sola,

col labbro indaffarato:

saluti dall’Eiffel, sembri dire

e dopo ridi.

Non sai nemmeno tu

quando è stata la migliore

la volta che abbiam fatto l’amore.

Forse ieri, ma ieri era veloce

come uno spicchio in luna; veloce

come gli anni che ci hanno preceduti.

Non sai nemmeno più cosa dire,

adesso è spuma, quella che uscita di bocca

bagna il letto. Il tuo cuscino

è fatto di primule e fatica, di sangue rosso

come il vin santo. Adesso tremi

e dormi come pietra di fiume: disturbata

e levigata dove non vuoi. Adesso è presto

il sole ha fatto il giro del mondo

poi è tornato.

Non sai che ti ho pensata da amante,

schiena nuda, le vertebre fiorite

ed io salito in cima.

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A LUME SPENTO

L’odore trasandato di te viene con gli anni

le stoffe spiegazzate e divise;

a lume spento, a un’ora indefinita

perché non dormi niente.

È odore d’acqua ferma nel pozzo

un fiore viola, finito a remigarci

per incoscienza pura.

L’odore di una donna che è stanca

è un libro aperto,

la storia della ruota di pietra, delle guerre.

È uno stanzino freddo sui tetti di Parigi:

grammofono, foulard, e reggicalze appesi.

L’odore tuo che vieni c’è stato nel diluvio

sul monte più vicino agli dei

e alle mie mani, prima del vino alla tavola

e del pane;

prima del giglio toccato sul tuo seno.

L’odore della vita che sgrana i suoi colori

è quello di mia madre che non governa il cuore

è il tuo, che oscuri tutti gli specchi

e lavi via, la donna di trent’anni, con rabbia

e ritrosia.

L’odore dell’amore d’argilla ci commuove

ci fa venire in mente quei fiori tra i binari

la terra ribaltata

a cui abbiamo dato un nome.

L’odore dell’amore di sabbia è una canzone

s’incanta sempre al punto in cui il mare scalcia forte

e ci riempie in sale le orecchie,

gli occhi in pianto.

È odore delle quiete parole

e del dir niente, un’autostrada calda

diretta sul domani.

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