Ogni mattina io affondo nell’eterno
mi bevo la storiella
che Dio ha creato il mondo,
il vento malandrino
che spezza collo e mani.
Ogni mattina il mio bavero è di paglia
e nudo più del grano raccolto
accendo un cero;
per questa umanità che ha scordato
del volare, fin anche la sua immaginazione.
E allora pensa,
sfregando quel birillo di zolfo,
a me, già altrove;
illuminato solo da ciò che, da me nato
non teme più lo zefiro
né i bardi del maestrale.
un vento amaro non potrà mai spezzare
la propria vera natura;
non resta che volarci sopra..
-Lu
Verissimo Lu, e volandoci onorare la bellezza 😘
molto che non passavo di qui. La tua poesia sempre più precisa, sempre più alata
Detto da te, Iole ❤ 🙂