L’odore trasandato di te viene con gli anni
le stoffe spiegazzate e divise;
a lume spento, a un’ora indefinita
perché non dormi niente.
È odore d’acqua ferma nel pozzo
un fiore viola, finito a remigarci
per incoscienza pura.
L’odore di una donna che è stanca
è un libro aperto,
la storia della ruota di pietra, delle guerre.
È uno stanzino freddo sui tetti di Parigi:
grammofono, foulard, e reggicalze appesi.
L’odore tuo che vieni c’è stato nel diluvio
sul monte più vicino agli dei
e alle mie mani, prima del vino alla tavola
e del pane;
prima del giglio toccato sul tuo seno.
L’odore della vita che sgrana i suoi colori
è quello di mia madre che non governa il cuore
è il tuo, che oscuri tutti gli specchi
e lavi via, la donna di trent’anni, con rabbia
e ritrosia.
L’odore dell’amore d’argilla ci commuove
ci fa venire in mente quei fiori tra i binari
la terra ribaltata
a cui abbiamo dato un nome.
L’odore dell’amore di sabbia è una canzone
s’incanta sempre al punto in cui il mare scalcia forte
e ci riempie in sale le orecchie,
gli occhi in pianto.
È odore delle quiete parole
e del dir niente, un’autostrada calda
diretta sul domani.
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