Forse ché un dio non t’ho dato
a farti domo;
compagno di quel vivere in gioia
o d’illusione.
Ma mi ricordi i giovani uccisi in tante guerre
con il berretto
e il fregio più triste a farti scuro
quel bel faccino da melograno che hai serbato.
Forse che un’orazione perfetta hai mai imparato
ma la dolcezza d’una coccarda, rosa pura
dal mio giardino colta per la ragazza prima.
Fragilità e candore indossati, baci a stento
sotto ai cancelli prima del treno.
Vivi in luce
tu che a crearla fosti chiamato in quel di marzo
mentre di fuori pioggia aromatica su Roma
la denudava come una sposa, figlio caro.
per i 18 anni di Davide