RITRATTO NUMERO CINQUE
Restare sul binario,
come un uccello morto.
Fin quando trema tutta la terra
e il sasso piange.
La neve, piena d’urla e parole
arriva in fretta
porta feroci spume dalle città straniere.
Restare sul binario,
come un fuscello rotto.
Un ramo
che divelto dal peso da la guancia
al ritmico di ferro;
a quel verme di frontiera
che scava l’aria e un solco nel buio.
Palpeggiare
il sangue sulle foglie d’inverno
addormentate.
Per scaturire in cuore un singulto di coscienza
una latrina fonda per l’odio.
E dirsi vuoti,
canestri per la palla che mai vorrai lanciare.
Trattandosi d’amore incompiuto
più ordinario
che tu stia a casa sotto due mani pasticcione
con i bambini attorno a sorreggerti la trama
di un bel vestito bianco
fiori d’arancio
e velo.
RITRATTO NUMERO SEI
Le dita
una tenaglia sul mozzicone acceso.
La mano dietro fine di schiena
sotto l’acqua, di un mezzo temporale di agosto.
Bigio il matto
quel cavaliere ossuto non buono per le donne,
non buono per i preti
e per i negozi in centro.
Col cesto delle uova saldato sul manubrio
i denti fine anni sessanta, tutti usciti
indenni dalla guerra in Corea.
Ma rovinati
dal suo trinciato forte e dalle carezze prese
da quattro manigoldi
per via di quel danaro, perduto in una gara di briscola
la sera
che l’Evelina entrò come una che c’ha voglia.
Con quei suoi seni duri a spaccare la camicia
e quella voce unta di povero, conciata.
Cercava suo marito per mille volte ancora
venuto a ubriacarsi dopo il lavoro.
Bella, come soltanto chi l’ha toccata
lo può dire.
RITRATTO NUMERO SETTE
Amava avere il monte che gli ferisse gli occhi
qualcosa che fermasse la ferrovia del cielo.
E gli dicesse
– Là tira il sasso
può fermare, la pancia della terra
questa tua irrequietezza.
E gli alberi, poi amava
quelli su un piede solo.
Sembravano le donne alla fonte la mattina
che battono lenzuola e mutande.
Amava il suono
dell’acqua uscita come gli uccelli negli spari;
quando qualcuno a piedi più uniti la prendeva
fino a toccarla nelle caviglie
fino in fondo. Dove mai dorme l’oro
di quei perduti anelli
di tutti i suoi amori passati.
E ancora piange
questa tragedia fatta pianura
questo taglio, di strade e fumiganti tombini
perché ha ucciso
in lui il ragazzo, e tutte le perle che pescava.