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Archive for febbraio 2021

ZOOM

Immagina una lente da spazi siderali

milioni di chilometri da qui alle sette lune.

Immagina il bel mezzo di un prato

là, una macchia, qualcosa di animato

diverso dal bagnato.

Immagina che muova soltanto un po’ lo sterno

il tono del respiro profondo, braccia aperte.

Immagina la terra d’intorno, l’erba alta

le api sopra gli occhi che cercano il suo meglio

radici piccoline alle dita.

Adesso, vedi?

Nel cuore del frumento lui dorme

un bimbo in pace.

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ANGELO

Soltanto chi ha ecceduto nel cuore può capire.

Sia pure ti portassero in quattro, eri leggero

la trama delle foglie ti disegnò le vene.

Il fiore tarassaco lo avevi nei capelli

e ad ogni soffio di primavera, apriva, il prato

le gambe come a notti d’amore. A te, un arbusto

spremuto dalle giovani perle di robinia.

T’ho visto sulle gronde e le torri, eri già un altro

uccello delle facili estati là per bere

dove fa calici pioggia, e gocce nane.

Là per godere del sole i finimenti

il miele della sera sui coppi. T’ho sentito

già tenera radice incontrare il tulipano

il seno della rosa futura, il sempreverde.

E t’ho pensato chino sui sassi al porticato

al fieno per le povere bestie, ai balli in piazza.

Tu che facevi sempre del valzer un mistero

ma il brodo della musa di note il tuo ristoro.

Puccini questa sera, forse un bel dì vedremo

sul fondo della strada la prole degli eterni;

la stessa fronte alta, parola del Signore

ma di canzoni audaci riempirsi poi il bicchiere.

ciao papà, riposa in pace.

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PAROLA DAL FUTURO

Dimmelo facile, che possa risentire

il suono della tazza nell’otre famigliare.

Quel canto primo uscito in falsetto

da un uccello, o forse da una madre

accampata là, al balcone.

Scrivilo facile che conta solo amore

parola dal futuro gonfiata d’aria pura;

più facile che ho poco studiato

e so la zappa, le mani dure sopra il telaio

la bocca in fiore

della mia donna uscita di vasca. So la festa

domenica di un’ora in più a letto, il passo furbo

di quella gatta sopra la tavola, vai presto!

Che non si fa e lo deve imparare. Opera vana

così come negare il segreto che ti vuole

il magico pensiero di braccia nude ai fianchi

il sole che ti scotta la schiena. Dillo bene

è complicato il tempo che zitta le speranze

le acerbe asperità della mente, il sodalizio

tra il nascere e il morire per sempre.

Fallo adesso.

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BLOSSOM

Abbandonato da tempo il corpo osceno

finisco i miei bocconi in un elemento azzurro.

Ma non è proprio il culto dell’acqua che racconto:

avvolto intorno a un albero come un pensiero ottuso

io grido del malore dei vecchi, dell’incontro

col Dio che ha fatto briscola nel giorno del giudizio.

Torno all’essenza che alcuno chiama amore

perché l’odore fanciullo lì si eleva.

Paura di morire ce n’è, ma succhio il labbro

assolvo la mia lingua, ch’è essenza di una rosa.

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