Posted in poesia on febbraio 21, 2021|
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Soltanto chi ha ecceduto nel cuore può capire.
Sia pure ti portassero in quattro, eri leggero
la trama delle foglie ti disegnò le vene.
Il fiore tarassaco lo avevi nei capelli
e ad ogni soffio di primavera, apriva, il prato
le gambe come a notti d’amore. A te, un arbusto
spremuto dalle giovani perle di robinia.
T’ho visto sulle gronde e le torri, eri già un altro
uccello delle facili estati là per bere
dove fa calici pioggia, e gocce nane.
Là per godere del sole i finimenti
il miele della sera sui coppi. T’ho sentito
già tenera radice incontrare il tulipano
il seno della rosa futura, il sempreverde.
E t’ho pensato chino sui sassi al porticato
al fieno per le povere bestie, ai balli in piazza.
Tu che facevi sempre del valzer un mistero
ma il brodo della musa di note il tuo ristoro.
Puccini questa sera, forse un bel dì vedremo
sul fondo della strada la prole degli eterni;
la stessa fronte alta, parola del Signore
ma di canzoni audaci riempirsi poi il bicchiere.
ciao papà, riposa in pace.
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