Non ho bisogno dell’alluce di Grecia
del fiordo immacolato
in un mondo sottosopra.
Ricordo estati meglio turchesi,
là in campagna,
le sere che metteva dei pipistrelli in cielo
a fare le battaglie del grano.
E poi le ore
passate ad ascoltare storiacce tutte uguali
di diavoli e misteri da preti.
E poi le stelle
venute fuori come le efelidi;
bambine
con una pila in mano a cercare, quando è buio
le bambole di pezza perdute in piena luce.
difficile scegliere la più bella delle tue poesie, di sicuro questa va nella rosa delle prime dieci, sublime! ❤
Carissima ❤ grazie 🙂
[…] TURCHESE — massimobotturi […]