Ferma là,
che bruci l’acqua della memoria, l’acqua aceto.
Il petalo che vaga non è che un neo dipinto.
Fermati là a mezza luna, a pancia piena
ragazza di ringhiera coi calli sulle mani;
con gli occhi al filatoio, la gonna appesa al fico.
Fermati a filo di denti, al sole basso
peluria della donna distratta, passerina
che quando ti ho incontrata beccavi le susine
e nascondevi il riso tra cento foglie rosse.
Fermati là,
che mi sento come un treno, vapori dentro gli ossi
le gambe dure e il labbro
che sanguina ai tuoi morsi di baci da imparare;
svagato quanto al vento il bucato ad asciugare.
fantastica! Geniale ” Il petalo che vaga non è che un neo dipinto” … apre a una visione genuina d’altri tempi e a un’esplosione d’amore nell’aria
Ciao Massimo ❤
Ciao Daniela carissima 🥰
Strepitosa!
Grazie 🥰
che dire!!! ricca di immagini emozionanti!! bellissima!
Grazie cara Nadia, buongiorno 🙂
buongiorno a te!
“…che quando ti ho incontrata beccavi le susine/e nascondevi il riso tra cento foglie rosse….” qui c’è tutto l’incanto di quell’incontro, la breccia tenera e sensuale che ha dato inizio ad un amore…
Bellissima! Sempre un piacere immenso leggerti ❤
Piacere mio averti qui, un abbraccio ❤
❤
la sensualità dei primi incontri,
candida e appassionata,
la meraviglia..
-Lu
Grazie Lu, un bacio grande ❤